Questo lavoro nasce da una riflessione sui tragici fatti di Orlando, in Florida, in cui un individuo, il giorno 12 giugno 2016, è entrato in un locale della città per compiere una strage tra le più efferate della storia americana.
Pulse è il nome del locale, ma è anche battito cardiaco, affanno, ritmo: quello delle persone che ballano nel club, una pulsazione vitale, un colpo di pistola. Significa anche forza, energia. Si porta in scena una riflessione sul concetto di comunità oggi, mettendo in discussione l’identità individuale, circoscritta in un luogo al di fuori della realtà sociale quotidiana. Il club è l’ambiente per eccellenza dove l’individuo acquisisce significato in quanto corpo performante: la persona si rapporta con gli altri con un determinato linguaggio, un’estetica ma soprattutto dove il dialogo verbale viene accantonato per lasciare spazio ad una trasmissione di informazioni dal punto di esclusivamente cinetico e motorio. I corpi sono dominati da un moto ripetuto e pulsante, tendono ad un contatto che non si definisce mai, creano gruppi che portano il singolo ad essere isolato oppure incluso. In questo breve studio si pone la questione del ruolo di una comunità oggi, sospesa fra l’essere forte davanti ai cambiamenti della società o di ricreare una dimensione isolata e inaccessibile: il gruppo delle sue caratteristiche, dalla paura per la sua fragilità, alla sua capacità di ricostruire la comunità stessa. Un luogo sicuro, di espressione libera della propria identità, ma anche dell’incapacità di accettare sé stessi e la propria condizione.
Pulse è un tentativo di unione che non si realizza, una ferita a un corpo che in scena deve riprendere a muoversi e crescere davanti a un mondo socialmente in crisi. Lo spettacolo è già iniziato e non ha mai una fine: i performer provengono da un’altra dimensione e non è mai chiaro quanti sono, quanti erano, quanti potranno essere.
La musica è in questo caso è stata lavorata dalla dj e musicista Cecilia Stacchiotti, la quale crea su partiture techno e ambient, trasportando lo spettatore da un’atmosfera all’altra senza soluzione di continuità.