Zardi Andrea, La percezione del corpo in scena e lo spettatore. Un approccio neuroscientifico, Mimesis Journal 7, 1 | 2018
La danza studia i processi di costruzione del corpo anche in senso culturale e nei significati che assume all’interno del teatro: lo ha fatto attraverso il come se, in una corrispondenza diretta di significati, ma soggetta ad un lavoro di immaginazione ed elaborazione di immagini.
Con la nascita dello spettacolo il ruolo del significato e la concretezza del
segno del corpo arriva ad un livello di urgenza, nel lavoro percettivo dello spettatore. La persona che frequenta non deve cercare un significato da dare a un gesto più, ma è la sua reazione e il suo comportamento a diventare oggetto della performance. Osserviamo un processo di moltiplicazione dei livelli di riferimento di quanto accade sulla scena, sia su un punto di vista umano e relazionale, sia nella prospettiva dei contenuti: in questo contesto di ricerca si è partito da un’analisi sperimentale che potesse prendere in considerazione le conquiste delle neuroscienze riguardanti la ricezione, considerare gli sviluppi critici e cercare le sue radici all’interno della pratica coreografica. In breve, spiegheremo quali approcci metodologici hanno avuto luogo, partendo dalla letteratura e dagli obiettivi non solo da un punto di vista scientifico, ma anche da un’analisi approfondita degli Studi di Danza.
Cercheremo di spiegare come il cervello sia in grado di percepire la bellezza ed empatizzare con il danzatore: come lo spettatore della danza può percepire il corpo del performer come il proprio.